Nazionale

Prime volte ai Mondiali: un'arbitra palestinese e una giocatrice trans

Heba Saadieh debutterà nella massima competizione internazionale del calcio femminile. Quinn è la prima giocatrice trans dei Mondiali

 

I Mondiali di calcio femminile sono iniziati: la vittoria delle italiane al primo incontro contro l'Argentina non è finita nelle prime pagine ma tutti i telegiornali ci hanno fatto vedere il bel gol di testa di Cristiana Girelli. Il prossimo impegno delle azzurre è in programma sabato 29 luglio, alle 9.30 contro la Svezia: ancora non sappiamo chi arbitrerà l'incontro, ma quest'anno per la prima volta, potrebbe essere anche un'arbitra palestinese. Infatti, Heba Saadieh sarà la prima palestinese e prima donna con l'hijab a far parte delle direzioni di gara ai Mondiali di calcio femminile, in corso in Australia e Nuova Zelanda. "Sono così orgogliosa di essere il primo arbitro palestinese, maschio o femmina, ai Mondiali - ha detto l'arbitra in una recente intervista d AlJazeera - Questo mi fa sentire la responsabilità di mostrare un'ottima prestazione durante il torneo". Nata nel 1979 e cresciuta in Siria da genitori palestinesi, Saadieh si è laureata in educazione fisica all'Università di Damasco dove, prima dello scoppio della guerra, è nata la sua passione per il calcio e in particolare per l'arbitraggio. Un ruolo delicato, che richiede prontezza nelle decisioni, nervi saldi, capacità di riflettere in un flash di nanosecondi. Per il quale, nota con stupore, non lavora nessuna donna che conosce. "Stavo guardando un gruppo di arbitri allenarsi e ho notato che non c'erano donne. Quando ho chiesto informazioni, mi hanno suggerito di unirmi a loro. Così l'ho fatto", ha spiegato in un'intervista a Palestina TV Sports and Youth: così ha cominciato a studiare da arbitra.

La guerra in Siria iniziata nel 2012 ha costretto Heba Saadieh a rimandare il suo sogno di essere prima direttrice di gara: sfolla in Malesia, ma nelle partite dei campionati maschili malesi subisce un lieve ostruzionismo e qualche pettegolezzo dalle panchine. Lei non demorde, riesce a tornare in Europa, in Svezia, grazie ad un programma di reinsediamento dei profughi delle Nazioni Unite, e lì la sua carriera può decollare al sicuro. Si mette a lavoro anche sulla forma fisica e la resistenza, indispensabili per i lunghi chilometri da percorrere durante le partite, e compensa la scarsa conoscenza dello svedese con la lingua comune del calcio, i gesti universali dei cartellini o del fischietto. Nel 2016 arriva finalmente alla licenza da arbitra internazionale per la FIFA e può partecipare alle competizioni più importanti: comincia con le partite di Coppa d'Asia femminile e alcune match di qualificazioni alla Coppa del Mondo femminile in programma alle Olimpiadi di Tokyo, tenutesi nel 2021. Tra le gare maschili scende in campo in un torneo under 23 in Francia, la nazione che ha dato i natali alla più celebre arbitra contemporanea, Stephanie Frappart, cui Heba Saadieh si ispira. Oggi ha lasciato definitivamente l'insegnamento dell'educazione fisica per concentrarsi solo sull'arbitraggio. I suoi sogni si stanno avverando ma il più importante è quello della condivisione: far nascere il desiderio del suo stesso mestiere nelle giovani, palestinesi e non. "Spero di poter aprire questa porta ad altre donne arbitro palestinesi – e anche agli uomini – da selezionare in futuro", raccontava in un'intervista. 

Un'altra prima volta è stata quella di Quinn, la centrocampista del Canada e dell’OL Reign, che nel 2020 ha fatto coming out come non binaria e un anno dopo è stata la prima a vincere una medaglia olimpica. Nella partita inaugurale contro la Nigeria, venerdì 21 luglio, la centrocampista canadese è diventata la prima giocatrice transgender a partecipare a una Coppa del Mondo Fifa. Quinn ha dichiarato di essere transgender e di genere non-binario, preferendo i pronomi they/them in lingua inglese, di genere neutro, nel settembre del 2020. Quinn può continuare a giocare nelle competizioni calcistiche femminili per club e per nazionali, purché siano rispettati i limiti imposti dagli enti organizzatori sul livello massimo di testosterone ritenuto accettabile. L’atleta già fece la storia alle Olimpiadi di Tokyo 2021, ora punta a raddoppiare e diventare il primo atleta trans non binario a vincere una Coppa del Mondo di calcio femminile, che in caso di trionfo sarebbe la prima per il suo Paese. 

Da quando ha fatto il suo debutto a livello internazionale, nel 2014, ha cercato di dimostrare alle compagne di squadra che lei e le altre atlete trans possono rappresentare un futuro per il calcio, ed è ben presto diventata una figura importante per la nazionale. “Sono ottimista per il cambiamento, cambio di leggi, cambiamenti nelle regole, nelle strutture e nelle mentalità“, ha detto Quinn. “Sono consapevole della realtà: ragazze trans bandite dallo sport, donne trans che affrontano discriminazioni e pregiudizi mentre cercano di perseguire i loro sogni olimpici. La lotta non è vicina alla sua fine… festeggerò quando saremo tuttiə qui“. Nell’attesa Quinn ha ideato un nuovo programma di tutoraggio, denominato GE Appliances See Them, Be Them, progettato per aiutare trans e giocatori di genere diverso a partecipare agli sport agonistici a livello internazionale. (Fonti: Marie Claire e Luce)

Foto: @Heba Saadieh/Facebook

 NOTIZIE DA UISP NAZIONALE
UISPRESS

PAGINE UISP

AVVISO CONTRIBUTI ASD/SSD

BILANCIO SOCIALE UISP

FOTO

bozza_foto

VIDEO

bozza_ video

Podcast

SELEZIONE STAMPA

BIBLIOTECA UISP